Accogliere

a cura di Anna Maria Rubino

IPSEOA

Castrovillari

Una scuola multietnica come la nostra si è costantemente posta in questi anni, interrogativi sulla “responsabilità” dell’integrazione. Come attivare percorsi di Intercultura in modo da conoscere, far conoscere e valorizzare le diversità culturali. Temi ampiamente trattati attraverso la cucina e attraverso le lingue, ma ancora non basta. Le distanze non crescono ma permangono. Abbiamo voluto, continuando su questa strada, uscire da noi, entrare nell’altro e raccontarne la storia.

Mondi al femminile

da un’idea di Ines Ferrante

In occasione della Festa della Donna, una collettiva fotografica di volti, sguardi, situazioni, gesti, tutti al femminile, provenienti da ogni parte del mondo e curata dagli alunni dell’IPSEOA (diurno e serale), per ricercare e valorizzare i paesi di appartenenza e in particolare per raccontare storie della cultura femminile. Donne, mamme, sorelle, nonne, colte nella loro quotidianità, nei momenti di lavoro o riposo, svago o serietà. Figure familiari e care o anche donne incontrate per caso, per strada, durante una passeggiata, un momento solenne o intimo. Strumento di reportage e di memoria storica, ma anche scoperta della poesia nascosta nelle immagini ed azione congiunta di docenti, alunni e famiglie, in considerazione delle diverse realtà etniche presenti nella nostra scuola e delle diverse nazionalità sia della Comunità Europea che extra Europea. Espressione della vivacità multi etnica che unisce e rafforza l’identità, omaggio per contribuire alla divulgazione della cultura internazionale, con particolare riferimento al mondo femminile.

La convivialità

delle differenze

incontro con S. E.  mons. Francesco Savino

L’incontro con l’altro ci cambia la vita. Molte realtà riusciamo a vederle solo grazie all’incontro con l’altro che  ci dà la possibilità di allargare i nostri spazi mentali e costituisce un’occasione bellissima di crescita. L’incontro con l’altro è ricchezza e opportunità, è un dono ulteriore della vita… Se ci accettiamo reciprocamente e ci riconosciamo nelle nostre attitudini particolari, realizziamo la convivialità delle differenze.

Mondi al femminile

da un’idea di Ines Ferrante

Incontro sulle diversità

con Mohamed Ba

Comprendere le diversità non semplicemente come fenomeno di una parte della nostra società, ma anche come parte di noi stessi. Più comprendiamo noi stessi, più comprendiamo l'altro, ma anche la conoscenza dell'altro ci viene in soccorso per capire la nostra essenza e trovare il coraggio di scegliere.

E l'istruzione, insieme a tutta la cultura, è lo strumento per eccellenza d'indagine e di bellezza che esalta la diversità.

Invisibili

di e con Mohamed Ba

“INVISIBILI” è uno spettacolo teatrale che ripercorre il cammino di due cittadini africani che s’incontrano su una spiaggia e cercano a tutti i costi di sopravvivere agli incubi della povertà sognando una vita migliore dall’altra parte della barriera. Che ne sarebbe della nostra vita se, per misterioso caso, non fossimo nati qui ma nel “Terzo Mondo”? Ciò che per noi è scontato (studiare, mangiare, avere casa e cure, lavorare, persino invecchiare!…) là non lo sarebbe affatto. Così, negli occhi di due africani, il bisogno raddoppia il sogno. In questo spettacolo, Mohamed BA è contemporaneamente il custode della tradizione africana e  il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, sociali e politiche, i sogni, le speranze, i dolori delle comunità africane di fronte al dramma dei viaggi di migrazione e le speranze di chi lascia tutto senza dimenticare nulla. 

“UN  UOMO  SENZA  MEMORIA  E’  COME  UNA  ZEBRA  SENZA  STRISCE”.

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Disegni Nessuno

Kutambulula non è solo un libro e non è solo un sito

È il frutto di un'esperienza collettiva, di un percorso educativo teso a valorizzare i concetti di accoglienza e diversità.

Si tratta di una raccolta di brevi racconti tratti da interviste fatte ad alcuni dei nostri alunni immigrati, che ripercorrono il loro vissuto attraverso scorci dei luoghi d'origine, dei legami familiari, delle proprie culture e tradizioni, dei viaggi e dei disagi che li hanno condotti fino a noi. Anime palpitanti che rendono unico ogni racconto dietro cui c'è la persona, non un fenomeno o un problema da affrontare. Le interviste hanno permesso un contatto, una predisposizione all'ascolto dell'altro, una conoscenza diretta, una condivisione di emozioni che hanno portato alla costruzione di un legame, perché in definitiva, riprendendo il “Piccolo Principe”, “l’essenziale è invisibile agli occhi”. 

Kutambulula è nato con l'intento di rendere visibile l'invisibile, di recuperare una visione del mondo dove il tempo, l'attesa, la pazienza hanno la loro importanza. 

Noi “sdraiati”, emotivamente poveri, ricominciamo a desiderare recuperando il significato profondo anche delle parole; dove “desiderare è stare sotto le stelle (de – sidera) e attendere”, ed esprime la tensione tipica dell'uomo che lo porta a confrontarsi con il senso dell’immenso. Perciò diventa importante il recupero di una dimensione dimenticata: “recuperare il piacere di sostare, di riscoprire gli odori, dare rilievo alle sensazioni, valorizzare le emozioni, recuperare il tempo dell'ascoltare e dell'ascoltarsi”. 

Kutambulula è un verbo delle lingue Bantu che traduciamo con accogliere ma il significato profondo che racchiude è nel senso di una responsabilità collettiva che il nostro verbo non contiene: chi ospita e accoglie deve fare bella figura perché in quel momento rappresenta l'intera comunità a cui appartiene, che nella cultura africana ingloba anche gli antenati e gli spiriti dell'aldilà. Non si sfugge a una tale responsabilità perché si estende dal terreno all'ultraterreno.

Kutambulula è il suono del tamburo che ci sveglia per ricordarci che siamo vivi e abbiamo delle memorie e dei valori da trasmettere attraverso il racconto; il tamburo che ci tira giù dalle poltrone e ci porta a danzare.

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Gruppo Kutambulula 

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